E’ un martedì come tanti, anzi, un martedì, piovoso, cupo e che mette quasi tristezza addosso; ma ciò nonostante decido di mettermi in macchina, affrontare un bel viaggio di circa 2 ore e 30, alla volta di Montalcino, e più in particolare direzione Caprili.

Caprili
Logo Aziendale Caprili

Ma da cosa nasce questa voglia di andare a toccare con mano e più nel dettaglio questa realtà Ilcinese?
Tutto nasce da Vinitaly, durante il quale ho avuto l’onore di conoscere Giacomo, che rappresenta la 4° generazione della famiglia proprietaria dell’azienda, e di degustare i loro vini in esposizione.

Da questo incontro è nata la promessa e la curiosità di andare di lì a breve, a Montalcino a visitare l’azienda.

Caprili è un’azienda storica di questo territorio, nasce nel 1965, quando ancora Montalcino non era quella che noi oggi conosciamo; al tempo era un territorio a prevalenza agricolo, dove si stava iniziando a intravedere le potenzialità vitivinicole del luogo, ma ancora lungi dal portare alla ribalta mondiale il mito del Brunello Di Montalcino.

Nello stesso anno di fondazione dell’azienda (1965) viene impiantato il primo vigneto, denominato “Madre”, da cui vengono tutt’oggi ricavati i cloni per le nuove piante messe a dimora nei nuovi vigneti dell’azienda.

L’azienda si trova nel versante Sud-Ovest di Montalcino, in particolare nella sotto-zona di Santa Restituita, in assoluto una delle valli più rinomate e qualitative per la produzione di Brunello Di Montalcino. Giusto per rendere l’idea, Caprili confina con le aziende Case Basse Di Soldera, Pieve Santa Restituita proprietà di Gaja, e Fattoi.

Come vi stavo dicendo, mi metto in macchina alla volta di Montalcino, e finalmente arrivo a destinazione.

Ad accogliermi all’arrivo ritrovo Giacomo, con cui ero già entrato in contatto durante Vinitaly, e subito ci dirigiamo in vigna dove mi fa vedere la conformazione geologica del terreno e l’esposizione dei vigneti.

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Vista sul vigneto “Madre”

Il terreno è caratterizzato da una grande presenza di scheletro, galestro e argille ed i vigneti per lo più sono esposti verso mare, il che comporta una bella e costante ventilazione che ripara sia dalla siccità che dalle gelate che, a detta dello stesso Giacomo, in questa zona sono molto rare.

L’azienda può contare su 58 ettari di proprietà, di cui 20 Ha coltivati a vigneto distribuiti su due zone: 16 ettari si trovano tutti intorno al corpo centrale della tenuta che si trova a Montalcino, invece i restanti 4 ettari si trova a Cinigiano.

È stato avviato un processo di rinnovamento dei vigneti che andrà a completarsi da qui ai prossimi anni. Questa operazione ha un duplice obiettivo: cambiare il sistema di allevamento delle piante (i nuovi impianti saranno tutti a guyot),e sostituire le piante che iniziano ad avere alcuni problemi di gestione legati alle malattie.

Detto ciò ci spostiamo nella nuovissima cantina di lavorazione e affinamento, che si sviluppa quasi interamente sotto terra, completata recentemente e che consente una migliore lavorazione e pulizia.

Il primo locale in cui entriamo è dove si trovano i tini in acciaio nei quale avviene la fermentazione e la malolattica dei vini. Per adesso queste operazioni vengono svolte all’interno dei tini in acciaio, ma l’idea per il futuro è quella di sostituire questi contenitori con le vasche di cemento che consentono una migliore micro-ossigenazione e una migliore distribuzione della temperatura.

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Cantina di Fermentazione

Passiamo poi oltre, e ci spostiamo nella Barricaia, dove appena entro, mi accorgo subito di essere in una azienda che fa della tradizione il suo punto di forza e la sua cartolina da visita.

Per l’affinamento del Rosso Di Montalcino e del Brunello Di Montalcino, vengono utilizzate solo ed esclusivamente botti grandi, di varie dimensioni, come vuole la vera tradizione del posto, anche se oggi da disciplinare, è ammessa la possibilità di utilizzare legni di qualsiasi dimensione a patto che siano di Rovere.

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La Nuova Barricaia

In fondo alla barricaia c’è una cancellata che conduce in una sorta di grotta artificiale dove sono esposte alcune bottiglie delle vecchie annate e edizioni speciali dei vini aziendali. La bottiglia più vecchia risale, niente popò di meno che al 1978! Un Brunello di Montalcino ormai storia di questo territorio firmato Caprili.

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Riserva Storica Aziendale

Terminata la visita della cantina di lavorazione, ci spostiamo nella sala degustazione ricavata in una bellissima stanza, all’interno di un tipico casolare toscano, e qui finalmente, e con tante aspettative date dalla visita, iniziamo a degustare.

In assaggio avevamo:

  • Vermentino 2018 – vino ottenuto dalle vigne del podere a Cinigiano; un vermentino che fa della freschezza, della bevibilità e della mineralità la sua forza
  • Rosso Di Montalcino 2017 – proveniente dalle vigne più giovani della tenuta ( – di 15 anni di età) che affina per 12 mesi in botte grande a cui segue qualche mese di bottiglia. Un vino godibile fin da adesso ma che mostra un bel tannino che fa presagire ad una discreta capacità di invecchiamento (3-5 anni)
  • Brunello Di Montalcino 2015, 2014, 2007, 2002, 1994 – vino ottenuto dalle vigne storiche dell’azienda, affina 36 mesi in botti grandi, a cui segue 4 mesi di bottiglia. Una verticale da paura ed emozionante, che mi ha dato la definitiva conferma del grandissimo potenziale, in primis del Sangiovese, e poi della capacità di questo territorio di regalare vini in grado di sfidare, senza paura, il passare del tempo. In questa verticale erano presenti vendemmie eccezionali e vendemmie a detta di molti un pò sfigate, ma il dato che è emerso con prepotenza è che tutte le annate comunque si sono difese benissimo, e  che tutte, a modo suo, sono riuscite a raccontare una storia unica e a parte.
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Degustazione Vecchie Annate

Che dire, una bellissima esperienza, che mi ha lasciato molto in termini di emozioni e esperienza, che porta alla nascita di nuove amicizie, e sopratutto che mi ha fatto scoprire una bella realtà, piccola nei numeri ma grande nella qualità!

Per concludere questo breve viaggio virtuale, alla scoperta di questa azienda con radici antiche, ma proiettata verso il futuro, mi sembra doveroso ringraziare Giacomo che mi ha dato l’opportunità e guidato alla scoperta della sua azienda e del territorio di Montalcino.

Luca Brandini

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