il Benvenuto Brunello è stata l’occasione per tornare a trovare un caro amico, nonché produttore e vicepresidente del consorzio, Giacomo dell’azienda Caprili che si trova nel versante Sud-Ovest di Montalcino, nella sotto-zona di Santa Restituita.

Dopo i saluti di rito, e una rapida visita in cantina dove assaggiamo qualche campione da botte, torniamo in sala degustazioni dove mi aspetta una bellissima sorpresa, una piccola verticale di Brunello firmato Caprili.

Non mi aspettavo di trovarmi una interessantissima verticale molto divertente e didattica per capire e studiare l’impatto che può avere l’andamento dell’annata sul risultato finale.

Quando si degusta un vino si tende sempre a parlare di annata con senso critico, ma senza grande cognizione di causa, per sentito dire, generalizzando non tenendo di conto che l’impatto dell’annata è un parametro molto aleatorio, che non considera le variabili che ci sono sia a livello macro (su base nazionale o regionale) sia a livello micro e locale legate alle sottozone, al singolo produttore, alla parcella di riferimento (microclima, esposizione, altezza).

Ma passiamo all’analisi dei brunelli degustati e vediamo l’impatto e le caratteristiche di ogni singola annata sui vini firmati Caprili:

Brunello di Montalcino 2018 (anteprima da vasca di cemento) – la 2018 sta dividendo la critica e ricevendo giudizi molto contrastanti, personalmente credo che sia l’annata con le caratteristiche giuste al momento giusto. Già ora risulta molto godibile e pronta, riesce ad abbinare grande beva a estrema complessità.
Non vedo l’ora che arrivi l’anteprima per poterla studiare e capire meglio, ma soprattutto per riuscire a farmi un’idea più completa e concreta di questa annata.

Brunello di Montalcino 2017 – l’annata sotto i riflettori e presentata in anteprima durante la manifestazione, quella che è stata oggetto di molte critiche considerando le difficoltà riscontrate durate le fasi cruciali della maturazione.
Annata estremamente siccitosa, che Giacomo ha gestito in maniera magistrale, regalandoci un vino nel complesso equilibrato con un leggerissimo sbilanciamento verso un’alcool e un tannino marcati che però non disturbano e si integrano perfettamente con un naso che vira su note di frutta rossa non troppo matura

Brunello di Montalcino 2016 – annata da invecchiamento e veramente completa, ha un perfetto bilanciamento tra acidità e setosità del tannino. Vino ancora un po’ “chiuso”, ma che con il tempo si farà e diventerà un grande.
La 2016 oggi è considerata una delle migliori annate dell’ultimo secolo, anche se in fase di uscita è passata un poco in sordina dato che è arrivata dopo la 2015 osannata dalla critica internazionale. Questa è l’annata ideale per coloro che desiderano dei vini da “investimento”.

Brunello di Montalcino 2015 – annata calda, ma non eccessivamente, direi al punto giusto, che vira su note ematiche, rispetto alla 2016 ha più struttura e tannino. Ottima prospettiva per un medio invecchiamento e può regalare grandi soddisfazioni.
La 2015 fu accolta come annata perfetta ed ideale, anche per compensare l’annata precedente che invece fu stroncata sul nascere. Con il sennò di poi la 2015 è si un’ottima annata, ma forse un gradino sotto la 2016

Brunello di Montalcino 2014 – annata fresca, vino caratterizzato da una grande beva. Tannino fine e esile. Perfetta da bere ora o nei prossimi 3/4 anni.
La 2014 purtroppo nell’immaginario comune è da scansare e evitare visto che ancor prima della sua uscita fu letteralmente stroncata dalla critica internazionale. In realtà con gli anni si sta rivalutando e chi ha il “coraggio” di provarla tendenzialmente la apprezza per la sua prontezza e freschezza.
Personalmente l’ho apprezzata molto ed è la bottiglia che sceglierei tra tutte da portare ad una cena questa sera

Brunello di Montalcino 2010 – 11 anni e non sentirli. Al naso il frutto è integro e vira su una leggerissima nota di evoluzione che ossigenando và a scemare lasciando spazio solo a sentori di frutta rossa matura.
La bocca dimostra che ha ancora tanto da dare, tannino e acidità ancora molto presenti e vivi

Appunti a caldo sui vini assaggiati durante la verticale di Caprili

Luca Brandini

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