Le Terre Di Pisa solo recentemente hanno iniziato a farsi conoscere e a far parlare di sé, soprattutto dal punto di vista vitivinicolo.

La provincia di Pisa è la 5º della Toscana per estensione territoriale, ma sicuramente è una delle più variegate in termini geologici dato che al suo interno si trovano mare, colline e monti.
Questa sua varietà è sicuramente un punto di forza.

Il cuore pulsante di queste terre è la città di Pisa, fondata tra il XI – XII secolo a.C. dagli Etruschi, famosa in tutto il mondo per Piazza Dei Miracoli, e la sua iconica Torre Pendente.

È sede di alcune delle università più prestigiose d’Italia, da dove sono passati personaggi illustri come Giosuè Carducci, Carlo Azeglio Ciampi, Enrico Fermi, Giovanni Gronchi, nonché città natale di Galileo Galilei, fisico ed astronomo rivoluzionario, e Andrea Bocelli, tenore di fama mondiale.

Tutto questo per sottolineare quanto questo territorio sia importante a livello strategico, culturale e storico ma lo stesso non si può dire a livello vitivinicolo dato che non si è mai affermato ed imposto per i suoi vini.

L’areale sfigato di Toscana? Tutto attorno vi sono DOC e DOCG davvero molto forti e conosciute, mentre qui non vi è mai stata un’unione dì intenti, volta alla creazione di una denominazione che desse risalto a questo territorio e questo ha fatto sì che sia rimasto indietro e quasi dimenticato da tutti a discapito della forte crescita di tutti gli altri.

Finalmente, e solo nel 2011, nasce la Doc Terre di Pisa.
Ma prima di poter arrivare alla nascita di quest’ultima, vi è stato bisogno di aggirare 2 grandi ostacoli:

  • il primo ostacolo, è stato il ritardo con cui si è concretizzata la volontà di creare una denominazione comune, motivo per il quale i produttori di questo territorio molto vasto e variegato, si sono mossi in autonomia, andando a creare realtà indipendenti, con proprie filosofie produttive, propri mercati e clienti di riferimento.

    Sulla costa si è cercato di replicare il modello Bolgherese valorizzando per lo più vitigni internazionali, invece a San Miniato i produttori per ovviare alla mancanza di una denominazione, hanno creato una associazione autonoma, i “Vignaioli di San Miniato” che oggi lavora insieme al consorzio delle Terre di Pisa
  • Il secondo ostacolo, conseguenza diretta del primo, è stato ed in parte e lo è ancora oggi la grande difficoltà nel trovare un disciplinare produttivo che potesse accontentare ed includere tutti.
    Non essendoci mai stata una denominazione che imponesse dei paletti, in questo vasto e variegato territorio, si è sempre coltivato moltissime varietà diverse tra loro così che ogni produttore fosse in grado di trovare una propria identità e dimensione; questo ha portato ad avere uvaggi e vini molto differenti, da produttore a produttore, e da zona a zona.
Il vasto territorio della Doc Terre di Pisa

Ma quali tipologie di vini prevede il disciplinare? 

Andiamo a vederlo:

  • Terre di Pisa Sangiovese” che prevede 18 mesi di affinamento e deve essere 100% Sangiovese
  • Terre di Pisa Rosso” può contenere Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah da soli o congiuntamente, minimo 70% di uno di questi 4 vitigni, e richiede un minimo di 12 mesi di affinamento.
    È prevista la versione riserva con 24 mesi di affinamento
  • Terre di Pisa Bianco Vermentino” e il “Terre di Pisa Bianco” che può contenere Vermentino, Malvasia, Trebbiano, Sauvignon, Chardonnay e Viognier da soli o congiuntamente minimo 70% ed per il restante 30% vitigni autorizzati dalla Regione
  • Terre di Pisa Rosato” minimo 50% Sangiovese e il resto a scelta del produttore

Come avrai già capito questa DOC è molto permissiva e estremamente variegata e di fatto non nasce con l’obiettivo di innalzare la qualità dei vini che riportano tale dicitura in etichetta, ma piuttosto per evitare dispersioni e dare ai vini di questo areale un’immediata identificazione territoriale sui mercati mondiali, anche consapevoli del fatto che il Brand “Pisa” è un’ottima leva di marketing.

Tuttavia è possibile identificare una caratteristica comune di tutto l’areale, ovvero la grandissima presenza di fossili marini nel terreno che conferiscono ai vini grande sapidità. Non è infatti cosa rara, passeggiando in mezzo ai vigneti, trovare vere e proprie conchiglie fossili che ci raccontano come milioni di anni fa queste terre fossero completamente sommerse.

Conchiglie che si trovano passeggiando in mezzo ai vigneti

Se ti è venuta voglia di conoscere questo territorio o sarai in zona, eccoti qualche cantina che ti suggerisco di visitare che esprime al meglio le caratteristiche di questo territorio:

  • Terricciola & dintorni:
    Podere La Chiesa, azienda sapientemente portata avanti da Maurizio e Palma con l’obiettivo di valorizzare il Sangiovese, grandi appassionati di Jazz
    Fattoria Fibbiano, guidata nel solco della più pura tradizione Toscana dai fratelli Cantoni, piemontesi d’origine ma toscani di adozione
    Tenuta di Ghizzano, azienda storica e iconica affermatasi con i suoi Supertuscan negli anni 80/90 ed oggi portata avanti dall’elegante Ginevra Venerosi Pesciolini
    Tenuta Podernovo, azienda facente parte del gruppo Lunelli proprietario anche della storica casa spumantistica Ferrari, che ha trovato in Terricciola un grande territorio per la produzione di vini rossi
  • Costa & dintorni:
    Podere la Regola, azienda della famiglia Nuti, che negli ultimi anni è cresciuta moltissimo e che può vantare una cantina molto bella e artistica
    Caiarossa, azienda di impronta Francese, di proprietà dello stesso gruppo degli Château Giscours e Château du Tertre. Lavora seguendo una filosofia Biodinamica
    Castello del Terriccio, cantina che non ha bisogno di presentazioni; dal 1921 proprietà della famiglia Rossi di Medelana ed oggi portata avanti dal nipote Vittorio Piozzo di Rosignano. Culla dell’iconico Supertuscan “Lupicaia”
    Duemani, azienda che fa del Biodinamico il suo credo, condotta dal noto enologo Luca D’attoma, grande esperto di Cabernet Franc
  • San Miniato & dintorni:
    Podere Pellicciano, azienda a conduzione familiare oggi portata avanti dai fratelli Federico e Fabio, che fa della tradizione il suo credo, un grande lavoro volto alla massima valorizzazione dei vitigni autoctoni toscani
    Pietro Beconcini, azienda guidata da Leonardo Beconcini, il custode del Tempranillo Italiano, ma che non rinnega i vitigni della tradizione
    Cosimo Maria Masini, antica dimora della famiglia Buonaparte, condotta in regime Biodinamico e con una filosofia volta alla piena sostenibilità dei processi

Luca Brandini

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