Le prime testimonianze della presenza della famiglia Tricerchi in queste terre, sono da ricondursi ad uno dei poteri più forti e influenti del Medioevo, il noto “Monte dei Nove“, che guidò Siena dal 1287 al 1355 sotto l’influenza della famiglia Medici.


Questo periodo fu per Siena uno dei momenti di massima potenza e splendore, basti pensare che in questo interregno iniziò la costruzione di Palazzo Pubblico nella famosissima Piazza del Campo e la costruzione del Duomo di Siena, una delle massime espressioni dello stile Gotico Italiano, oltre ad essere ospitante delle opere di alcuni dei più famosi artisti riconosciuti a livello mondiale come Michelangelo, Donatello, Bernini, Pinturicchio, Cimabue e tanti altri.

Non in latera pro nos”, letteralmente “nessun lato per noi” che contestualizzato al momento in cui questo motto nasce, cioè durante la Battaglia di Montaperti e coniato da Alessandro Tricerchi, assume il significato di “non ai lati ma dritti al cielo, per amore di queste terre”, è ormai diventato il motto aziendale.


Il 1441 (*il curioso caso della Repubblica di Cospaia) rappresenta un’altra importante svolta, in quanto il Castello che si trova sulla Via Francigena viene terminato, e negli stessi anni viene stretta una profittevole relazione con lo Stato Pontificio.


Oggi il Castello e la proprietà, che si trova nel versante Nord di Montalcino e conta circa 150 Ha di cui 13 vitati tutti attorno al castello, sono portati avanti da Tommaso Squarcia, diretto discendente della famiglia Tricerchi.
Nonostante la sua lunghissima storia, siamo di fronte ad un’azienda giovane, considerando che la prima annata di Brunello, esce solo nel 2015.

Avevo già avuto modo di visitare l’azienda e conoscere Tommaso nel 2018, quando ancora l’azienda era in fase di assestamento e alle prese con le prime annate in uscita. Durante quella visita assaggiammo il Rosso ’17 e i Brunelli ’13 e ’14.
A distanza di 3 anni torno a trovarli, per portare un saluto, ma soprattutto assaggiare le nuove annate.

Iniziamo da una visita veloce dell’azienda, partendo naturalmente dal cuore pulsante, i vigneti, tutti coltivati a Sangiovese Grosso ed esposti a nord-ovest. Nel corso degli anni sono stati suddivisi in 7 distinte parcelle che vengono vinificate separatamente al fine di esaltare le singole caratteristiche di ognuna di esse.

Se la Bellezza estetica incide sul successo, quanto la bellezza naturalistica incide sui suoi frutti, da Tricerchi si possono solo produrre grandi vini, considerando gli scorci e i panorami mozzafiato di cui si può godere dal Castello.

Vista da Castello Tricerchi sulla Val D’Orcia

Passiamo dalla vigna alla cantina, che si sviluppa in 2 sezioni separate nella parte inferiore del castello; la prima parte è dedicata alla lavorazione e affinamento in acciaio, mentre la seconda parte dedicata all’affinamento in legno, in grandi botti di Slavonia, si trova nelle antiche segrete.

In cantina abbiamo assaggiato qualche campione in anteprima, come la ’19 proveniente da 2 diverse parcelle e attualmente in legno, ma soprattutto la ’18 che è stata tolta dalle botti di slavonia per completare l’affinamento in acciaio e che a breve completerà il suo percorso in bottiglia.

La ‘18 è la prossima annata in uscita, e sarà diametralmente opposta alla ’17 appena presentata.
Nel 2018 vi sono state una primavera e un’estate estremamente miti, con un susseguirsi continuo di giornate soleggiate a brevi ma anche intensi periodo di pioggia. Questo andamento climatico ha regalato dei vini esili a livello di concentrazione, con un ventaglio aromatico molto fresco e tannini fini e setosi.

Dagli assaggi dei Rossi presentati 2 anni fa e dagli assaggi in anteprima, come caratteristiche, la 2018 mi piace molto e la ritengo un’annata da bere senza troppi pensieri, già pronta e molto godibile. I vini risultano davvero molto croccanti, freschi e setosi.
Gli si può forse imputare una non eccelsa potenzialità di invecchiamento e un’impronta non del tutto tipica, ma un po’ come nel caso della ’14, ne dobbiamo apprezzare la sua peculiarità.

Assaggio campioni da botte del futuro Brunello

Passiamo alla degustazione dei vini di Castello Tricerchi:

Rosso di Montalcino 2019 – un’interpretazione di Sangiovese “delicata” che gioca su freschezza, finezza e croccantezza del frutto. Colore scarico e tenue, in bocca è molto armonico, con tannino setoso.
La particolarità di questo Rosso è che viene trattato come se fosse un Cru, in quanto deriva da 2 vigne specifiche con cui si produce solo questo vino.

Brunello di Montalcino 2017 – colore scarico e tenue, vino che gioca tutto sulla finezza ed eleganza, sia al naso che al palato. Al naso presenta un grande ventaglio aromatico di frutta leggermente matura, come fragolina e ciliegie, e stupisce per l’alcool veramente ben integrato. Grande scorrevolezza e croccantezza in bocca, con tannino piacevole e appagante. Viene prodotto partendo da 2 specifiche parcelle aziendali che sono: la Vigna del Castello e la Vigna del Velo

Brunello di Montalcino “AD 1441” – è ottenuto come selezione delle migliori uve provenienti sempre dalla Vigna del Castello e Vigna del Velo. Rispetto al Brunello “classico” questa selezione è più complessa e profonda. Frutta leggermente più matura, naso più carico e complesso, con note balsamiche. In bocca nonostante abbia una maggior struttura riesce a mantenere una grande eleganza. In chiusura regala una bellissima lunghezza di sorso.

Azienda in forte ascesa, che stà veramente prendendo consapevolezza del suo potenziale e che vuol fare dell’eleganza e finezza i suoi tratti distintivi.

Luca Brandini

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