È giovedì sera, ore 18:30 ed ho appena staccato da una lunga ed intensa giornata lavorativa.
Nella mia testa si materializza un’idea al limite del surreale:
“Sai cosa!? domani quasi quasi mi prendo un giorno di ferie e me ne vado nelle Langhe!”

La mattina dopo ero davvero in viaggio verso le Langhe! E nel primo pomeriggio mi aspettava già la prima visita in cantina a Monforte d’Alba. Ad aspettarmi c’era Oscar Arrivabene General Manager dell’azienda Domenico Clerico.

Domenico Clerico

L’azienda Domenico Clerico non ha certo bisogno di presentazioni, oggi è un riferimento per gli appassionati di Barolo in tutto il mondo, ed esprime alla perfezione il suo territorio, la sottozona di Monforte d’Alba.

Monforte d’Alba non è solo dove sorge l’azienda, ma in qualche modo incarna anche la mission aziendale, dato che come mi racconta Oscar, l’obiettivo è quello di valorizzare quanto più possibile le MGA (menzioni geografiche aggiuntive) e relative parcelle di questo comune, dato che la quasi totalità degli Ettari a disposizione trovano dimora proprio al suo interno.

Domenico Clerico insieme a gli altri protagonisti del movimento dei Barolo Boys che ha letteralmente scosso le Langhe a cavallo tra gli anni ’80/’90 , è stato uno dei produttori più discusso e criticato per l’adozione di scelte rivoluzionarie come il diradamento in vigna e l’uso della barrique in cantina.

Oggi l’azienda non fa più un uso esclusivo di barrique ma in base all’andamento della singola annata, decide come e dove far affinare i vini, e gradualmente sta tornando ad integrare la botte grande.

In fase di degustazione abbiamo avuto modo di degustare i seguenti vini:

  • Barbera d’Alba “Trevigne” – Barbera che affonda le proprie radici nel territorio di Monforte considerando che è frutto dell’assemblaggio delle varie espressioni di Barbera dei diversi vigneti di proprietà all’interno di questo comune. Vino che gioca su equilibrio e acidità, tipica di questo vitigno. È grazie all’assemblaggio delle varie parcelle con caratteristiche e esposizioni differenti, che si riesce ad ottenere tale equilibrio e complessità.
  • “Langhe Rosso “Arte” – contrariamente a quanto si pensi, “Arte” è forse il vino a cui l’azienda deve la sua fama, soprattutto oltreoceano, considerando che è stato per molto tempo il cosidetto “prodotto civetta“. Dal 1981 incarna la voglia di sperimentare dell’azienda, ed è un blend di Nebbiolo e Barbera, che affina per 12 mesi in barrique. Un vino dall’impronta moderna.
  • Barolo del comune di Monforte d’Alba 2018 – l’espressione classica e tradizionale del Barolo di Monforte d’Alba, che nasce dall’assemblaggio del Nebbiolo proveniente da tutti i vari vigneti di proprietà all’interno del comune. Barolo già da ora molto godibile, con un leggero legno presente in bocca e al naso. Come il precedente è un vino dall’impronta “moderna”
  • “Pajana” Barolo Cru Ginestra 2018 – parcella all’interno del Cru Ginestra, storica e famosa MGA di Monforte. L’espressione più esuberante e potente del Cru. Barolo ideale per chi ama la potenza e la struttura tipiche di Monforte.
  • “Ciabot Mentin” Barolo Cru Ginestra 2018– Un grande classico, vino che si lega intrinsecamente alla storia della cantina Domenico Clerico, considerando che è stato il primo Barolo di successo dell’azienda.
    Altra parcella all’interno del Cru Ginestra, il cui nome è composto da “Ciabot” espressione langarola che indica il casottino/ricovero degli attrezzi e “Mentin” il vecchio proprietario da cui Clerico acquistò la vigna.
    Rispetto a Pajana è un’espressione molto più introversa e elegante, un vino che ha bisogno di essere capito e cercato dentro il calice, che gioca tutto sulla finezza e setosità. Un grande Barolo
Batteria dei vini degustati da Domenico Clerico

La mattina dopo, mi trovo insieme ad un caro amico che abita in zona e ci dirigiamo verso un’altra realtà storica delle Langhe, quella di Giovanni Sordo, che ci aspetta per fare la visita e degustare i vini:

Giovanni Sordo

La famiglia Sordo produce Barolo da più di 100 anni, e può contare su 53 ettari vitati distribuiti praticamente in tutti i comuni della denominazione del Barolo: Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Barolo, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour.
Questo patrimonio vitato gli permette di essere una delle pochissime aziende che può vantare la produzione di ben 8 differenti Cru di Barolo in 5 diversi comuni.
Piccolo spoiler: in futuro potrebbero diventare ancor di più! Ma io non vi ho detto niente!

È dunque una delle realtà più grandi e all’avanguardia di tutto Barolo, che segue il filone tradizionalista con l’obiettivo di produrre vini in grado di sfidare il tempo e esprimere le caratteristiche di ogni singolo Cru e parcella a sua disposizione.
La loro filosofia nel produrre i vari Cru, che mi ha colpito molto positivamente, consiste nel vinificarli tutti in maniera uguale, usando per ognuno botti della stessa dimensione, stessa tostatura e stesso produttore. Basti pensare che in cantina trovano dimora più di 135 botti grandi. Questo permette di far esaltare le caratteristiche di ogni singolo Cru quando si degustano.

In fase di degustazione abbiamo avuto modo di degustare i seguenti vini:

  • Roero Arneis “Garblet Sué” 2020 – sapidità e freschezza le note distintive di questo Roero di facile e piacevole beva
  • Vionié Langhe Bianco 2019 – 100% Viogner proveniente dal cuore della zona del Barolo, precisamente da Castiglione Falletto. La vinificazione avviene solo in acciaio, il che gli consente di mantenere un’ottima freschezza. Molto godibile fin da giovane, ma che molto probabilmente con qualche anno di affinamento in bottiglia, diventerà molto più complesso e virerà su note idrocarburiche.
  • Verduno Pelaverga 2020 – una piacevolissima chicca che assaggio per la prima volta. Il Verduno Pelaverga vino da bere tutto d’un fiato, che ha una beva pazzesca, da bere e goderne le sere d’estate. Bella scoperta!
  • Barbera d’Alba Superiore “Masucchi” 2018 – Barbera proveniente dalla sottozona di Perno, famosa per Baroli austeri e potenti, cosi come questa Barbera che si esprime con grande carattere, struttura e potenza. Barbera da invecchiamento
  • Nebbiolo d’Alba “Vigna Valmaggiore” 2018 – il Nebbiolo del Roero, della sottozona Valmaggiore, la più rinomata per la produzione di Nebbiolo al di là del fiume Tanaro. La zona del Roero regala nebbioli “ciccioni” con grande struttura e potenza.
  • Barolo “Monvigliero” 2016 – MGA del comune di Verduno, che regala baroli con tannini più delicati e armonici. Un vino estremamente giovane, che ad oggi risulta molto vinoso, che si farà con il tempo
  • Barolo “Ravera” 2013 – MGA del comune di Novello, comune meno noto e conosciuto, che proprio con questo Cru si sta facendo notare ed apprezzare. Di Cru Ravera si parla nel comune di Novello, Barolo e Monforte, quindi attenzione a capire quale Ravera avete di fronte.
    Nonostante abbia alle spalle già 9 anni, risulta ancora giovane, grande complessità olfattiva e grande armonia in bocca
  • Barolo “Perno” 2009 – MGA del comune di Monforte d’Alba, la sottozona di Perno è riconosciuta come patria ed espressione di vini austeri e potenti. Come dalle aspettative il vino risulta molto potente, che vira su leggere note terziarie e un colore aranciato. Se ami i Baroli potenti e strutturati questo è il vino che fa per te
  • Barolo “Ravera” 2007 – stesso identico vino assaggiato precedentemente nell’annata 2013, ma questa volta lo proviamo con 15 anni di affinamento sulle spalle. A distanza di 15 sorprende, un vino a tratti sbalorditivo per l’integrità, e emozionante per l’equilibrio e l’armonia che regala. Personalmente il miglior assaggio di tutta la batteria
  • Barolo “Rocche di Castiglione” 2004 – MGA del comune di Castiglione Falletto, Rocche di Castiglione è una lingua di terra affacciata sulle “rocche”, termine che indica una parte di suolo molto scosceso, e fortemente erodibile. Finalmente maggiorenne!
    Vino integro, con al naso leggere note terziarie che fanno capolino, e con un tannino vellutato in bocca. Questo Rocche dimostra la pazzesca longevità del Nebbiolo

Finita la lunga ma molto bella maratona di assaggi, ci dirigiamo verso il borgo di Barolo per andare a pranzo in un localino molto suggestivo di un’amica, il Petti’t Bistrot. Il suo punto di forza è la posizione e la vista suggestiva sul castello e la vallata.

Mappa dei Cru prodotti dall’azienda Giovanni Sordo

Il terzo giorno, mi aspetta l’ultima visita prima di rientrare, proprio nel cuore della denominazione, dato che la cantina si trova nel paese di Barolo, ed è la piccola ma interessantissima realtà di Scarzello.

Scarzello Giorgio e Figli

La famiglia Scarzello incarna perfettamente il concetto di Vigneron, sono degli artigiani della vigna che affondano le proprie radici in queste terre da secoli, e che raccontano il Barolo come necessità culturale e tradizionale contadina.

L’azienda possiede 6 Ha e difficilmente in futuro vedrà una crescita all’interno della denominazione, come mi spiegano, quindi il loro Barolo rimarrà e sarà sempre una chicca contata e centellinata.
Qui si bada poco all’estetica, si viene accolti letteralmente in casa dove si respira davvero tradizione autentica Langarola e piemontese, e si degusta la “piccola” linea di vini.
Si spazia dalla classica Barbera, passando per il nebbiolo e il Barolo comunale, fino ad arrivare al Cru Sarmassa “Vigna Merenda”
Vini autentici, puliti e estremamente eleganti, che risultano già molto piacevoli ma che non hanno paura di sfidare il tempo.

In fase di degustazione abbiamo avuto modo di degustare i seguenti vini:

  • Barbera d’Alba DOC Superiore 2018 – Barbera proveniente da una vecchia vigna nel Cru Paiagallo, MGA all’interno del comune di Barolo. Questa Barbera fa lunghe macerazioni e affinamenti in botti usate minimo per12 mesi. Il risultato finale, contrariamente a quanto si pensi, è una Barbera pulita, profonda e setosa. Barbera da invecchiamento
  • Barolo DOCG del Comune di Barolo 2017 – espressione classica e tradizionale, frutto dell’assemblaggio di varie parcelle e vigneti a disposizione dell’azienda. Affina in botte grande per minimo 18 mesi. Barolo che ad oggi risulta molto giovane, ma ottimo prospetto
  • Barolo DOCG Sarmassa “Vigna Merenda” 2017 – MGA del comune di Barolo, Non tutte le uve di proprietà di questo Cru vanno a far parte di questo vino, ma solo quelle delle parcelle che ogni anno danno il miglior risultato in vinificazione, che avviene in Botte grande per minimo 18 mesi. Vino profondo, inebriante ed estremamente elegante.
Batteria dei vini degustati da Scarzello

Prima di rientrare ho fatto anche una toccata e fuga al borgo di Barbaresco, altra denominazione di grandi vini e terra di grandi espressioni di Nebbiolo.
Purtroppo non ho avuto modo di fare visite o assaggi, ma ho già messo nel mirino diverse aziende per la prossima volta!

Luca Brandini

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