Ben 3 anni sono passati dall’ultima edizione “normale” di Vinitaly, si perché l’anno scorso si è tenuto Vinitaly Special Edition, una versione ridotta e a parer personale in una formula molto discutibile della fiera più importante del vino Italiano nel Mondo.

Finalmente siamo tornati a celebrare l’enologia del bel paese tutti insieme, in presenza, nella città che per qualche strana coincidenza è considerata la città dell’amore, ed è proprio qui che si celebra l’amore di migliaia di appassionati, operatori e produttori per il mondo del vino.

La 54a edizione di Vinitaly si chiude con un totale di 88.000 ticket staccati e 4400 espositori, insomma, numeri importanti, al netto delle mille difficoltà di questi tempi legate a limitazioni e ripercussioni del Covid-19 sugli spostamenti e come se non bastasse, la guerra in Ucraina che sta portando forti scossoni a livello mondiale dal punto di vista economico e politico.

Logo Ufficiale Vinitaly
Fonte: vinitaly.com

Quest’anno per me è stato un Vinitaly “mordi e fuggi” considerando che ho preso parte alla manifestazione solo Domenica 10, un vero e proprio tour de force: partenza la mattina alle 6:30 da Pisa e rientro a casa la sera a mezzanotte.
Ciò nonostante devo ammettere che ne è davvero valsa la pena, finalmente ho potuto rincontrare tanti amici produttori e appassionati, ma soprattutto tornare a parlare di persona ed in maniera conviviale di ciò che amiamo, il vino.

In questa unica giornata di presenza a Vinitaly ho avuto modo di fare qualche assaggio solo in 2 In questa unica giornata di presenza a Vinitaly ho avuto modo di visitare solo 2 padiglioni, il Pad. 9 della Toscana e il Pad. 10 del Piemonte, e fare qualche assaggio delle nuove annate di diverse aziende e areali. Al contempo ho avuto modo di fare delle nuove ed interessanti scoperte come ad esempio Giovanni Almondo (Roero) e Manuel Marinacci (Barbaresco) per il Piemonte oltre che De’ Ricci (Montepulciano) e Marzocco Poppiano (Montespertoli) per la Toscana.

Mi sembra doveroso chiedere scusa a tutti i produttori ed amici dai quali non sono riuscito a passare a trovare almeno per un saluto, e mi riprometto che il prossimo anno farò di tutto per partecipare per più giorni alla manifestazione, in modo da poter dedicare il giusto tempo anche a tutte le altre regioni che meritano attenzioni ed in cui si producono altrettanti grandi vini. Un arrivederci all’anno prossimo con l’impegno di passare a salutare tutti i vecchi amici (e anche quelli nuovi che avrò modo di conoscere) presenti a Vinitaly.

Luca Brandini

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