Non tornavo a trovare i ragazzi di Ciacci Piccolomini d’Aragona, ironia della sorte, dal 2018, l’anno in cui l’azienda ha avviato la conversione Biologica.

Logo azienda Ciacci Piccolomini d’Aragona

La conversione Biologica dell’Azienda è iniziata nel 2018 con mille difficoltà legate alle condizioni meteo di questo millesimo caratterizzato da piogge continue tra Giugno e Luglio.
Al netto dell’inesperienza delle squadre, immaginate di iniziare la conversione con condizioni meteo non favorevoli su 55 Ha di vigneto, una vera sfida!

Come mi racconta Alex, varie volte durante i mesi caldi c’è stata la tentazioni di rimandare la conversione all’annata successiva viste le grandi difficoltà di gestione, ma alla fine si è deciso di tener duro e andare avanti.

Oggi degustiamo i risultati di questa decisione, sapendo di aver affrontato un’annata particolare, che alla fine, qui a Ciacci Piccolomini, soddisfa per i risultati ottenuti.

La Tenuta si trova a sud-est nel comune di Castelnuovo dell’Abate e può contare su 220 Ha complessivi, di cui 55 di vigneti e 40 di oliveti.

L’azienda appartiene alla famiglia Bianchini dal 1985, quando all’estinguersi della famiglia Ciacci Piccolomini, viene lasciata in eredità a Giuseppe Bianchini, fattore della tenuta.

Molto particolare ed affascinante il fatto che l’azienda può contare su 2 diverse cantine:
– la cantina storica “Palazzo”, eretta nel sec. XVII, nei sotterranei del palazzo sito nel cuore di Castelnuovo dell’Abate
– la nuova cantina “Molinello”, situata nelle vicinanze di Castelnuovo dell’Abate più spaziosa, funzionale e moderna, in cui oggi si trova la sede aziendale

Barricaia della nuova cantina “Molinello”

Degustazione nuove annate di Ciacci Piccolomini d’Aragona

Durante la visita ho avuto modo degustare le nuove annate dei vari vini della gamma aziendale, su tutti meritano una citazione il Rosso di Montalcino “Rossofonte” ed i Brunello 2018.

Il Rosso di Montalcino “Rossofonte” è stato ed è uno dei pochi “Cru” di Rosso di Montalcino che si esprime con grande personalità. L’annata 2020 si rivela molto interessante fin da subito ma anche in prospettiva; un Rosso che può dare il meglio di sé con qualche anno sulle spalle.

I Brunelli 2018 sono stati tra i migliori assaggi di “Benvenuto Brunello” riuscendo, fin da subito, a portare nel bicchiere una discreta approcciabilità ed al contempo un tannino e una struttura tale da poter intravedere ottime potenzialità di miglioramento con l’invecchiamento.

Vini degustati:

  • Sant’Antimo “Ateo” 2020 (cab. Sauv. e Merlot)
  • Rosso di Montalcino 2020
  • Rosso di Montalcino “Rossofonte” 2020
  • Brunello di Montalcino 2018
  • Brunello di Montalcino “Pianrosso” 2018
Batteria vini degustati

Luca Brandini


Ti potrebbe piacere:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *