Nel cuore della Valtellina, dove le Alpi si affacciano sul Lago di Como, si trova l’azienda valtellinese Sandro Fay, oggi riferimento e custode della sottozona Valgella.

Marco Fay, figlio di Sandro, durante la vendemmia

L’azienda è stata fondata nel 1973 da Sandro Fay che decide di sviluppare la produzione vitivinicola che fino ad allora si trattava di una produzione di sussistenza e familiare come tanti altri in zona.

Il Terroir della Valtellina

La Valtellina ospita uno dei paesaggi vitivinicoli più suggestivi d’Italia caratterizzato dai sui iconici vigneti, letteralmente aggrappati ai ripidi terrazzamenti che si inerpicano sulle pendici retiche.

2500 km di muretti a secco che sostengono e permettono la viticoltura valtellinese.
Proprio per questa loro importanza fisica e culturale, l’Unesco nel 2018 ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità i muretti a secco della Valtellina.

La viticultura in Valtellina incarna perfettamente il concetto di Viticultura Eroica.
La morfologia del territorio, che vede sviluppare i vigneti su pendii scoscesi arroccati lungo le pareti delle Alpi Retiche, comporta che la quasi totalità delle lavorazioni in vigna vengano effettuate manualmente, dalla potatura alla vendemmia.
Non è raro vedere trasporti di uva e materiali per la gestione della vigna con l’ausilio di funicolari o elicotteri.

Il vitigno principe della Valtellina è la “Chiavennasca” (Nebbiolo) la cui produzione si estende per circa 820 ettari.
La variabilità geografica della Valtellina ha permesso il riconoscimento di 5 sottozone distinte: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.

Le 5 Sottozone della Valtellina

la cantina Sandro Fay

L’azienda fondata nel 1973 ha sede a Teglio, ed oggi è portata avanti da Sandro Fay e dai suoi 2 figli, Marco ed Elena, che lo hanno affiancato a partire dal 1998.

L’azienda possiede 15 Ettari di proprietà che si trovano quasi tutti all’interno della sottozona Valgella, il che chiarisce fin da subito il legame che c’è tra la famiglia Fay e questa zona della marco area della Valtellina.

La Valgella può contare su 140 ettari vitati, che la rendono cosi la sottozona più estesa e variegata.
La Valgella ha inizio appena superato il comune di Chiuro, con la zona Fracia esposta a ovest, per voi virare verso sud. Chiude con gli ultimi vigneti della zona Quigna, che guardano a est.

Il nome deriva da “valgel“, forma dialettale per indicare i piccoli torrenti che caratterizzano la zona.

Rispetto alle altre sottozone, la Valgella si distingue per il livello più contenuto di precipitazioni, una maggiore profondità dei terreni ed una variabilità altimetrica importante che và dai 350 ai 650 metri s.l.m.

I vini degustati da Sandro Fay

Sotcastèl 2022 (campione da botte)
Il vigneto “Sotcastèl” nel 2014 è stato reimpiantato a Chardonnay e si estende per 0,7 ettari a Teglio, a 800 metri slm, quota altimetrica limite della viticoltura in Valtellina.

Vino che gioca su spiccata sapidità, e grande freschezza che si appoggia ad una spalla acida importante senza mai però risultare eccessiva o stucchevole.

Costa Bassa” Valgella 2020
Vigneti nella sottozona “Valgella” che partono dal fondovalle e arrivano fino a 450 m. slm.
In questa annata il vino è estremamente armonioso e piacevole, dalla grande beva, il che lo rende molto intrigante. Il mio preferito

Cà Moréi” Valgella 2020 
Il vigneto Cà Moréi si estende per 2,5 ettari nella sottozona Valgella a 550 m s.l.m.
Vino che esprime grande potenza e profondità.

Il Glicine” Sassella 2020
ll vigneto Il Glicine si estende per 1 ettaro nella sottozona Sassella a 470 m s.l.m
Come è tipico della sottozona “Sassella” gioca su eleganza e equilibrio e un ventaglio aromatico molto ampio e complesso.

“Carterìa” Valgella 2019
Vino pensato per l’invecchiamento che darà il meglio di sé con il tempo. Inizialmente risulta molto introverso ed un po’ chiuso, ma rimanendo per un po’ nel calice, inizia ad aprirsi e dare sfoggio della sua complessità e grande classe.

“Ronco del Piccio” sfurzat di Valtellina 2021
lo Sforzato merita un capito a parte, dato che è il vino icona della Valtellina.
È il primo vino rosso passito secco in Italia ad aver avuto la D.O.C.G. nel 2003.
Lo “Sfurzat” è il vino che incarna la tradizione locale di “sforzare”, cioè appassire le uve di Nebbiolo per concentrarle dando vita a una base di maggiore struttura e potenza.

Vino dalla grandissima complessità dovuta all’appassimento che rimane sempre molto bilanciato sia al naso che in bocca, senza mai risultare eccessivo o con troppa gradazione alcolica.

Line Up degustazione da Sandro Fay

Luca Brandini

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